Pubblicato il 29-06-2017 in Tutorial

Light Drifting facile con Shimano Vengeance

È interessante notare come il light drifting non abbia dei precisi canoni applicativi, tanto da potersi considerare un ibrido derivato da due tecniche quali il bolentino e il drifting, e dove ognuno di noi può infondere qualcosa di personale, dalla realizzazione delle lenze alla scelta dei galleggianti quando servono, dal metodo di pasturazione alla selezione delle esche.

Shimano, in collaborazione con i suoi Prostaff, ha creato una serie di canne appositamente studiate per questa tecnica, in particolare parliamo della serie Vengeance Tele Boat Light Drifting, disponibile nella misura 4,20 in due potenze, 20/60 grammi e 40/100 grammi.

Le canne sono costruite in carbonio XT30 e montano anelli Shimano Hardlite. La lunghezza di 4,20 permette di utilizzare anche finali di oltre 3 metri che nel Light drifting sono spesso impiegati con grande successo.

vengeance te boat

- I pesci del Light drifting

Le maggiori attenzioni di questa tecnica di pesca si rivolgono ai pesci di branco sia di taglia ridotta come occhiate, sugarelli, tanute, sia a pesci di maggior mole come palamite, dentici, pesce sciabola, ma anche lecce, ricciole, tonni alletterati. Uno degli errori più gravi che si possono compiere nella pesca consiste nel fatto di svilire il valore sportivo delle nostre prede. Qualsiasi pesce, anche se piccolo, qualora pescato nel modo dovuto e con le attrezzature proporzionate alla sua taglia, può diventare una cattura importante. Se peschiamo sugarelli con delle lenze dello 0,15 millimetri di diametro, sicuramente ci daranno del filo da torcere, cosa naturalmente che non accade se li peschiamo con uno 0,40 mm. Lo stesso esempio, banale se vogliamo, può calzare per tutti gli altri pesci presi in considerazione.

- La zona di pesca

È difficile parlare di zone di pesca buone o meno buone per praticare il light drifting poiché dei tratti di mare che sono pescosi in certi periodi dell’anno possono diventare improduttivi in altri. Non solo, addirittura si possono individuare delle zone di pesca che sono redditizie in particolari orari del giorno, ed essere disertate dai pinnuti in altre. Di base, comunque, si possono azzardare delle considerazioni e tentare di individuare delle porzioni di mare che potrebbero, per logica essere più pescose di altre.

In primis le secche isolate dalla costa. Su di esse, specialmente sui loro punti più alti, i cappelli o culmini, si trovano spesso branchi di piccoli pesci. Possono essere castagnole, boghe, menole e che potrebbero attirare i predatori di maggior taglia come dentici, ricciole, palamite e lecce che a stimolano maggiormente i nostri interessi. Talvolta, sempre sulle secche, possiamo incontrare a mezz’acqua o sulla tre quarti, verso il fondo, anche i branchi delle occhiate, delle tanute e dei sugarelli. Non è detto comunque che tali branchi non possano essere individuati anche in prossimità del fondo, mescolati con esemplari di altre specie. La secca poi, specialmente se si erge ripida ed isolata, divide la corrente che si allarga intorno ad essa e si richiude dopo averla superata facendovi confluire i microrganismi di cui si cibano i piccoli pesci. Ecco così che anche il ridosso di corrente della secca può diventare una zona ottimale di pesca.

Volendo anche accennare ad altre tipologie di fondale,  possiamo parlare delle praterie di posidonia, sopra i quali trovano l’habitat ideale boghe, sugarelli e tanute, oltre naturalmente ad altri piccoli pesci di branco come le castagnole o le menole che con essi sono cibo assai gradito ai predatori; i fondali composti da sabbia rocce ed alghe, dove amano pascolare specie interessanti come saraghi ed orate; le vicinanze dei porti di attracco delle barche della pesca professionale, aree continuamente alimentate dallo scarto del pesce che viene gettato in mare.

- Le esche del light drifting

Le esche fondamentali per il drifting leggero sono: la sardina, l’alaccia, il calamaro vivo o morto (anche tagliato a strisce), la seppia viva o morta, pesci vivi come le occhiate, le boghe, le menole, il cefalo, il sugarello, l’aguglia.

Sulla sardina abbocca veramente di tutto, con il calamaro e la seppia vivi possiamo catturare dentici, lecce ricciole e palamite sono esche assai delicate e possono essere uccise dai branchi delle tanute. Con le stesse esche, morte possiamo catturare occhiate, sugarelli, saraghi, orate, tanute ecc. Un po’ di tutto, insomma. I pesci vivi fanno sicuramente la selezione e vengono impiegati quando cerchiamo un predatore di classe, un dentice, una ricciola, una palamita, una leccia anche se possono capitare anche gronghi e murene se li facciamo pescare in prossimità del fondo.

Marco Meloni

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